Dall’Argentina tutto l’amore per la nostra terra, Giuliano Ovando Salemi si racconta

di Rosanna La Malfa

Italiano d’origine, è assessore allo Sviluppo socio-culturale del Comune di Franck, Coord. Segretaria innovazione educativa del Ministero della Pubblica Istruzione della Regione Santa Fe –  Argentina.

Tu nasci in Argentina, figlio di immigrati siciliani. Raccontaci un po’ di te.

Sono nato a Santa Fe, la capitale dell’omonomia regione nel litorale Argentino. La mia nonna è nata in Sicilia a Catania esattamente a Mascalucia; mio nonno era di Rosolini, Siracusa. Per noi significa tanto perchè c’è un legame molto forte, arriva a me (io faccio parte della terza generazione) e sicuramente lo trasmetterò a mia figlia. Questo stile di vita è la nostra identità.

La sicilianità cos’è per te?

Il termine già dice tanto per me: la sicilianità parla di uno stile, di un modo di essere, parla della nostra identità culturale, del nostro DNA, è il modo di portare avanti i progetti nella vita, con cuore e calore. Io sono cresciuto tra le mura di una casa di immigrati, dove si mangiava e parlava nel dialetto siciliano. Infatti, quando sono venuto in Italia la prima volta, comprendevo meglio il dialetto che l’italiano. Per me è tutto Sicilia, pensa noi condividiamo sempre la cultura italiana e siciliana, in una forma diversa perché fatta di passato e presente. È un mondo legato alle mie origini, quindi unico, è per me forza ed energia.

Torni spesso in Italia. Cosa senti nel cuore?

Ho la fortuna di viaggiare spesso attraverso la mia attività artistica socio-culturale, che mi ha permesso di ritornare dal 2000 quasi ogni anno, una possibilità che i miei nonni non hanno avuto. Mi sento in una posizione privilegiata, sento una specie di rinnovamento ogni volta che arrivo in Italia, il profumo di arance, come un regalo della vita. Custodisco ogni volta i profumi e i colori della Sicilia ed è bello condividerli oggi con la mia famiglia, continuare questo stile di vita in Argentina tramandarlo di generazione in generazione…

L’Argentina e la Sicilia cosa hanno in comune?

L’Argentina ha una grandissima particolarità perchè il 65%  dell’immigrazione globale che ha avuto è stata italiana , il 30% proveniente dalla Sicilia. Questo perché le condizioni geografiche e climatiche sono molto simili alla Sicilia, anche i prodotti le abitudini sono simili all’Italia. Sentire i cognomi delle famiglie è molto bello perché ti avvicina di più alle tue origini perché approfondisci lo stile di vita in Argentina con una forte impronta della mia amata Sicilia.

Quali sono relazioni fra il comune di Franck – Santa Fe, di cui sei l’equivalente del nostro Assessore alla Cultura, e Rosolini, comune siracusano di cui sei originario?

I progetti sono tanti. Sono il consulente del Comune di Rosolini in Argentina e il segretario generale del CIRCOLO SICILIANO a Santa Fe. Sono stato per  sei anni il Presidente e credo al lavoro di squadra. Ho la fortuna di aver la gestione socio-culturale qui come dirigente tecnico nel comune di Franck e lavorare attraverso i bandi comunitari per cinque Comuni e per la Regione di Santa Fe. Questo mi permette di conoscere anche i bisogni che si possono approfondire. Bisogna attuare delle strategie in sinergia con l’Italia, rivolte ad un sistema educativo per le nuove generazioni, sviluppare la conoscenza anche a livello bilaterale, senza mai dimenticare le origini. Abbiamo tantissimi progetti da realizzare e siamo aperti a collaborare con il mondo globale perché le idee interessanti portano un benessere comune qui in Argentina.

Progetti nel futuro per unire le due culture?

Personalmente dal 2011 sono stato Presidente del Circolo Siciliano, poi sono stato rieletto e sono stato chiamato in carica come Segretario Generale dei rapporti Internazionali dell’Istituzioni. Lavoriamo tanto con gli scambi culturali con il Canada, Australia e per la Sicilia realizzando concerti, pranzi tipici per comprendere come si vive in Argentina attraverso le radici italiane, pensando di costruire qualcosa per non dimenticare mai.

Sei Presidente del Circulo Siciliano. Cosa fate per non dimenticare le vostre origini?

Devo dire che abbiamo portato avanti un a bella collaborazione con il comune di Santa Fe, capoluogo della Regione. Abbiamo fatto progetti e attività insieme al Ministero della Cultura attraverso la musica e il balletto siciliano.

La Escuela Comunal de Artes y Oficios. Di cosa si occupa?

La scuola d’arte e di affari, creata cinque anni fa da Oscar Ritter, nel comune di Franck arriva come soluzione ad un grandissimo bisogno di cominciare ad essere presenti anche nei piccoli Comuni, tanto da farli sentire protagonisti della formazione integrale del cittadino. In una comunità di 7.500 abitanti, Franck sente il bisogno di qualificare e istruire i suoi cittadini. Si sta lavorando in 44 città per riqualificazione educative e lavorative. Avere 1027 alunni dentro questo sistema, porta avanti la particolarità di dare educazione e formazione a tutti i livelli. Viviamo a stretto contatto con i Municipi e i dirigenti locali, collaboriamo con il Ministero del lavoro, portando formazione integrata, qualificando professionisti per le aziende, non trascurando l’arte dove attualmente curiamo un rapporto di formazione tra le scuole.

La tolleranza, la Cultura, la musica, le relazioni fra persone. Cosa ne pensi?

Questa domanda mi porta alla riflessione su tanti valori, quando parliamo di tolleranza, l’Argentina ha aperto le porte all’immigrazione, è stata molto accogliente sia con la prima che con la seconda generazione. Questo ha permesso di fare crescere il sistema, la Cultura, l’Identità. Tutti questi colori (ci sono persone provenienti dal Lazio, Veneto, Calabria, Svizzera, Portogallo, Inghilterra) rendono grande il popolo argentino. Questo ha permesso di rendere l’Argentina un punto di sviluppo territoriale in Sud America con importanti referenti di ogni nazione. In questo mondo globalizzato, unirsi rappresenta la chiave per il futuro: non dobbiamo sentirci arrivati, anzi dobbiamo essere pronti ad avanzare, fare crescere la pluricultura, che è un grande patrimonio di più etnie e più culture differnti. Dobbiamo guidare le nuove generazioni con grandissima responsabilità di crescita, approfondire e sviluppare in questo mondo, dove manca talvolta la tolleranza, dobbiamo essere esempio, credere che la diversità è bellezza e ricchezza.

Molti connazionali italiani vanno all’estero per trovare le proprie gratificazioni di lavoro. Cosa ne pensi? Vuoi dare un messaggio di speranza?

Io lavoro nella gestione socio-culturale e per la pubblica istruzione nei sistemi educativi musicali e promozione del territorio. Penso che si possono fare tantissime cose, fare crescere le nostre potenzialità: questo può avvenire solo attraverso i giusti rapporti bilaterali, per migliorare sia individualmente che collettivamente gli abitanti. Sono e sarò aperto sempre  verso questa strada di sviluppo con la forza e l’energia che mi deriva dalla mia italianità e sicilianità, in un paese che mi sta permettendo di sviluppare tantissime idee e progetti. Vivo con la voglia di poter cambiare in meglio il nostro mondo.

 

Fonte: Quotidiano dei contribuenti